Il concept: tornare a sentire (senza schermi)
Venerdì 1 novembre 2025 lo Spazio_Diaz inaugura 12 Inch, un progetto che fa una scelta netta: niente smartphone in pista e solo vinile in consolle. Dalle 23:30 alle 08:00, si balla su 33 e 45 giri senza sync, senza controller, senza rete di sicurezza digitale. Un ritorno alla tecnica e all’ascolto: ogni mix è un gesto pubblico, ogni correzione avviene in tempo reale, ogni passaggio è unico e irripetibile.
All’ingresso, gli smartphone vengono sigillati con bollini: un invito chiaro a stare nel momento. Niente Stories, niente flash: corpo, suono e luce tornano protagonisti assoluti.
La line-up: tre capitoli di storia club italiana
Ricky Montanari – Tra i padri della house romagnola, formato tra Peter Pan Riccione, Echoes e Matis, con set dal respiro internazionale (Tokyo, Miami, Barcellona, Amsterdam). Groove caldo, selezione chirurgica, transizioni scolpite a orecchio.
Simon T – Milano-based, oltre dieci anni in giro tra Berlino, Ibiza, Londra, Kiev. Co-fondatore di Dub Musik, porta in pista la sua cifra: groove ipnotici, ricerca sonora e storytelling sul filo del rasoio.
Flavio Vecchi – Icona assoluta: Ethos Mama Club, Echoes, gli after che hanno fatto scuola (Diabolika, Vae Victis). Uno stile che ha definito la house italiana, tra classe, cultura e mestiere.
Perché solo vinile (e perché adesso)
Non è feticismo: è scelta tecnica. Il disco impone tempi, lettura del solco, selezione ponderata. Niente auto-sync, niente griglie perfette: l’errore è possibile, e proprio lì nasce la magia. Dopo anni di format omologati e automatismi, 12 Inch riapre la domanda: cosa significa davvero “suonare” in un club?
La no-phones policy: una presa di posizione
Non un vezzo vintage, ma una posizione culturale contro la spettacolarizzazione del dancefloor. Nessuna documentazione social a mediare l’esperienza: immersione totale. Chi entra, accetta la regola; chi balla, racconta con il corpo.
Cosa aspettarsi in pista
Un suono fisico e dinamico, costruito sulle sfumature del gain e sulla spinta del basso che il vinile restituisce con carattere. Attese più lunghe tra un cambio e l’altro (volute), mix “respirati” e una sala più buia del solito: perfetta per lasciarsi andare. Meno telefoni, più connessioni reali.
Perché 12 Inch può diventare un riferimento
Se manterrà la promessa – prezzi accessibili, qualità musicale altissima, scelta editoriale coerente – 12 Inch ha tutte le carte per diventare un punto fisso per chi cerca alternative alla standardizzazione della nightlife. La sfida? Evitare l’“analogico come marchio di purezza” e restare inclusivi: curiosi, nostalgici, clubber doc e neofiti sono tutti chiamati in pista.

